17 de março de 2009

cosa abbiamo fatto di buono in Friuli...



Workshop teatrale “Manifattura di Sogni”





L’esperienza vissuta dal Gruppo teatrale “Manifattura di Sogni”, guidato dal regista Mauricio Paroni de Castro nell’ambito del Workshop teatrale tenutosi al teatro di Dardago nel Comune di Budoia dal 9 al 23 Febbraio 2009,ha avuto un felice esito dal punto di vista umano e artistico e soprattutto ha raccolto interesse e attenzione tra il pubblico presente alle due rappresentazioni nelle serate di Sabato 21 al Teatro Comunale di Polcenigo e di Lunedì 23 Febbraio al Teatro Don Bosco di Pordenone.
Veniamo ora al percorso di lavoro.
Il progetto si è mosso in un’ottica di continuità con quanto si è sviluppato nel precedente laboratorio(Visinai Estate 2008).
La traccia fondamentale suggerita dalla Memoria di ognuno si è ricongiunta in un unico spazio scenico nato dall’idea dell’antico Fogolar friulano,luogo dove le persone si scambiavano,attraverso le parole o lunghi silenzi,le esperienze della vita.
E’ nata così una nuova geografia di suoni,gesti e ritmi cadenzati che attraversavano i personaggi,i loro mestieri,le parole che diventavano emblema e tracciato drammaturgico portato sulla scena.
La metafora scenico-testuale del Fogolar,ha attraversato fasi di sviluppo ideativo,giungendo alla costruzione di una gigantesca gonna fatta di pezzi di abiti colorati,(gonna-fogolar) realizzata da Laura Trevisan,dove i personaggi o le loro anime si aggiravano narrando il proprio o un altrui passato.
Gonna,vestiti,testi e musica sono nati pezzo per pezzo come un collage,ogni sera.Un vero atelier o laboratorio a tutto tondo,sul quale si è investito molto tempo e motissima passione.
Le condizioni spaziali di lavoro del teatro di Dardago,hanno favorito la crescita del percorso maturata in un clima disteso e creativo insieme al regista ,il quale,sin dall’inizio ha messo in luce il suo tracciato e le domande fondamentali a cui attingere,per la costruzione del personaggio.
L’indagine si è mossa su vari fronti,ma le domande principali sono state le seguenti:
Cosa c’è in voi dei vostri antenati?
Nelle vostre facce?Nei vostri vestiti?
Quali erano i loro gesti che possiamo recuperare?
Questi gli indizi che hanno lasciato campo aperto alla fantasia di ognuno,stimoli che hanno permesso la ricerca di un racconto che riportasse in vita il passato.
Il lavoro ha regalato in ogni sua parte,momenti di raccoglimento e poesia che ne hanno esaltato il valore umano prima che artistico.
Attraverso improvvisazioni e stimoli emozionali intrecciati come fili di memoria,il regista ha rivolto ai partecipanti domande da porre agli antenati e a sua volta ne ha poste ai presenti per sviluppare la ricerca drammaturgia.
Si sono toccati livelli qualitativi molto alti,favoriti anche dalla curiosità e dalla voglia di mettersi in gioco.
Questo felice esperimento ai limiti del teatro è nato dalla convinzione che tutto ciò sia utile e indispensabile,al di là della forma, alle persone del luogo per parlare di sé e sviluppare una sana consapevolezza del proprio vissuto.Ognuno è un romanzo,un segno tracciato nel tempo e questa esperienza caratterizzata da una partecipazione numericamente e qualitativamente alta ne ha confermato la convinzione,soprattutto per la partecipazione di persone di età ed etnie diverse,fattore arricchente da ogni punto di vista.
La sensibilità del regista ha permesso lo scambio delle differenti culture,portando in scena la loro essenza ,attraverso le lingue ,i dialetti,i ritmi musicali,la danza e il canto.
Il luogo dell’azione,in questo caso la gonna-fogolar,ha acquisito ulteriori significati,fortissimo quello legato alla maternità,al luogo da cui tutto parte,un grande e coloratissimo utero immaginario dal quale si proiettano nel mondo ovuli già ricchi di storie.


Vincenzo Muriano e Laura Trevisan

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